L’eccellenza scientifica va riconosciuta
e sostenuta ovunque, anche al Sud
Oltre due milioni di cittadini italiani nel 2007 hanno destinato alla ricerca il 5 per mille delle tasse.
Il sistema è parallelo e non alternativo con quello dell’8 per mille alle Chiese. E’ anche molto semplice: basta inserire il codice fiscale di un istituto scientifico o di un’università nell’apposito riquadro (Finanziamento Enti di Ricerca ed Università) e firmare.
Sfortunatamente però, solo settemila tra questi due milioni di cittadini hanno scelto la ricerca che si fa in Puglia: anzi, sono gli stessi contribuenti pugliesi a privilegiare gli istituti e le università del Nord. Perché?
Per pura mancanza di informazione. Se la gran parte dei soldi finisce agli istituti del Nord, è perché chi fa ricerca di qualità in Puglia non riesce a farsi conoscere, mentre altre e più ricche realtà sponsorizzano campagne di comunicazione e maratone televisive, acquistano spazi pubblicitari sui giornali e in tivvù, ingaggiano noti personaggi per farne i loro testimonial.
Peccato, perché invece è il Sud ad avere più bisogno di sviluppare progetti di ricerca e innovazione, migliorare il proprio sistema sanitario, offrire ai propri giovani qualificate opportunità di studio e di ricerca, trattenere i loro cervelli proponendo adeguate opportunità di lavoro ecc.
Se i cittadini del Mezzogiorno potessero conoscere meglio le realtà qualificate e meritevoli del territorio, scoprirebbero cose interessanti. Per esempio che alcuni settori della ricerca universitaria sono in vetta alla classifica nazionale (la Fisica è addirittura al primo posto); e che, per esempio, una struttura come l’ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) ha ottenuto lo scorso anno ben 1178 segnalazioni dai cittadini pugliesi (poco al di sotto delle Università di Lecce e Bari): la qual cosa si traduce però in appena 35.000 euro, che non bastano a pagare neppure il ciclo di dottorato di un giovane ricercatore.
Per fare qualcosa di serio bisognerebbe che la raccolta del 5 per mille aumentasse di 10 volte: l’ obiettivo è tutt’altro che impossibile, in particolare in Puglia.
Il Distretto dell’Informazione scientifica, facendosi portavoce di molti dei suoi aderenti, propone ai cittadini pugliesi - e a tutti i cittadini del Mezzogiorno - di destinare compattamente il loro 5 per mille alla ricerca che si fa nel territorio. Sarà un modo facile e intelligente per far crescere l’erba del proprio giardino, e per entrare nel futuro in modo trasparente, efficace e moderno, con le proprie gambe e a testa alta.
Comunicato a cura del DISTI,
Distretto dell’Informazione Scientifica – Puglia –
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